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VENZONE

VENZONE – PUZZLE ARCHITETTONICO E BORGO PIÚ BELLO D’ITALIA

Al centro dell’attenzione in questi giorni primaverili per aver vinto il concorso “Il borgo dei borghi 2017”, Venzone è stato infatti decretato dal programma di Rai Tre Kilimangiaro il borgo più bello d’Italia. Un’occasione importante che offre visibilità a quel sistema variegato di borghi e piccoli paesini che rappresentano, per il nostro Paese, un patrimonio straordinario da conservare e soprattutto da valorizzare. E quest’anno la vittoria premia proprio il Friuli – Venezia Giulia, una regione ricca di piccole località, impregnate di storia e di monumenti di elevato interesse artistico.

Piccolo centro in provincia di Udine, Venzone è stato nominato migliore borgo d’Italia perché ha saputo vincere sulla distruzione, dimostrandosi capace di andare oltre la disperazione, attraverso l’impegno dei suoi abitanti e la grande forza di ripartire, non da zero, ma da quello che la storia gli ha lasciato. Venzone si può considerare infatti un borgo-puzzle ed un esempio di chi, dopo un terremoto, non si è perso d’animo. L’Orcolat, che rappresenta per i friulani la serie di eventi sismici, iniziati il 6 maggio e proseguiti il 15 settembre, nel 1976 ha devastato il Friuli, fermando il tempo in scosse interminabili: un mostro che ha distrutto quasi completamente il paese, che fin da subito però si è mobilitato per la ricostruzione. Uno dei meriti per cui Venzone è stato nominato più bel borgo d’Italia risiede proprio nella modalità in cui è stato ricostruito: il motto “com’era, dov’era” ha accompagnato il processo che prevedeva di rimettere le pietre esattamente dove erano prima della catastrofe. Il lungo lavoro certosino di pietra su pietra e l’orgoglio per la propria storia, hanno permesso a Venzone di ritornare perfettamente nelle sue antiche forme.

Con i suoi 300 abitanti, Venzone sorge a sinistra del fiume Tagliamento e rappresenta uno splendido esempio di borgo medievale. Posto all’imbocco di un’importante valle percorsa dall’antica “Julia Augusta”, che univa la città di Aquileia con l’area danubiana del Norico, fin dall’epoca dei Celti (500 a.C.) deve la sua fortuna alla posizione di passaggio obbligato. Gli antichi Romani, ad esempio, la utilizzarono come statio: diversi reperti archeologici venuti alla luce durante gli scavi per il restauro del Duomo testimoniano, infatti, la presenza dell’edificio romano nell’area attualmente occupata dalla chiesa, a cui si presume fosse affiancato il castrum. Vittima di molte invasioni nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, Venzone visse un periodo di sviluppo verso il Mille, quando, dopo essere entrato a far parte del Patriarcato di Aquileia nel 1077, esercitò un ruolo importante nei traffici commerciali tra le fiorenti città d’Italia e le regioni d’oltralpe. Fortificato dal 1258 con una doppia cinta muraria, preceduta da un profondo fossato, il borgo possedeva un sistema difensivo sicuro che inglobava 5 castelli posti in punti strategici per dominare meglio la valle. Nel 1420 fu assoggettato alla Repubblica di Venezia, momento in cui iniziò però il suo lento decadimento economico a causa delle scoperte di nuove vie commerciali. Nel 1797 Venzone venne occupata dalle truppe francesi di Napoleone e più tardi, in seguito al trattato di Campoformido, passò per un breve periodo sotto la dominazione austriaca. Solo dopo la Terza Guerra d’Indipendenza, nel 1867, entrò a far parte del Regno d’Italia.

Venzone, unico esempio rimasto nella regione di una cittadina fortificata del Trecento, rappresenta oggi un modello da imitare: distrutta quasi completamente dal terremoto del 1976, seppe rinascere dalle macerie ritrovando il suo volto antico. Dichiarata cittadina monumento nazionale nel 1965, danneggiata gravemente dal terremoto che non seppe annientare la tenacia dei suoi abitanti, è considerata uno straordinario esempio di restauro in campo architettonico e artistico perché ricostruito con le stesse pietre così come era nel Medioevo. Passeggiando tra le viuzze lastricate all’interno delle mura del borgo medioevale, sono molti i dettagli artistici e architettonici da apprezzare, che testimoniano i segni lasciati dalle diverse vicende storiche e che offrono la possibilità di fare un balzo nell’Età di Mezzo.

Entrando dalla porta di sotto, un arco a tutto sesto risalente al 1835, sulla destra si trova la Casa Marcurele, l’edificio più antico del borgo, edificato nel XI secolo in stile romanico con bifore in bassorilievo. Procedendo verso nord si può notare il Palazzo degli Scaligeri, un palazzo nobiliare del ‘300. Continuando il percorso si giunge alla piazzetta del Duomo, dove si staglia imponente l’edificio in stile romanico-gotico costruito nel Trecento: il Duomo di S. Andrea Apostolo, sosta obbligata per chiunque voglia visitare la cittadina, è divenuto il simbolo della restaurazione post terremoto. Consacrato nel 1338 dal Patriarca Bertrando, la sua pianta a croce a T, è composta da una navata longitudinale e da un ampio transetto con i tre presbiteri absidati e le due torri. Nei pressi di esso si trova l’attuale sede del museo permanente dedicato alle Mummie di Venzone: nel 1647, infatti, furono scoperte quasi quaranta mummie estratte dalle tombe presenti all’interno e intorno al Duomo. Riprendendo il percorso attraverso il centro storico si giunge in Piazza Municipio sulla quale si affaccia il Palazzo Comunale, un edificio gotico costruito nel ‘400 e riedificato nel ‘500, le cui facciate esterne sono decorate con gli stemmi delle più antiche nobili famiglie venzonesi e ingentilite dalle bifore in stile gotico-fiorito. Attraversando in modo trasversale il centro storico si trova, infine, Porta S. Genesio, torre di difesa trecentesca che si innesta sullo spigolo delle mura interne e che rappresenta l’unica porta completamente ricostruita.

Venzone affascina, dunque, per le sue meraviglie custodite all’interno delle sue mura e per essere immerso in un territorio unico, costituito da una grande vastità di specie vegetali e animali che abitano il Parco Naturale delle Prealpi Giulie.

La cittadina murata ha, inoltre, un fitto calendario di eventi culturali, esposizioni artistiche e rappresentazione teatrali, sagre e manifestazioni popolari, che la trasformano in un suggestivo salotto tra le mura. Chiunque voglia fare un viaggio nel tempo fino al Medioevo, visiti Venzone alla fine di ottobre, durante la Festa della Zucca: in quest’occasione il centro storico si popola di armigeri, cavalieri e nobildonne, mendicanti, musicisti, giocolieri e numerosissimi altri personaggi legati all’Età di mezzo.

Esempio di come una città può rifiorire dopo un sisma, Venzone è simbolo di un processo di fedele ricostruzione delle parti crollate: per comprendere cos’ha significato il sisma del 1976, non perdetevi la mostra permanente “Tiere Motus – storia di un terremoto e della sua gente”, che ricostruisce gli eventi legati al terremoto del 1976 e guida il visitatore lungo le tappe significative del percorso di rinascita del borgo. Il titolo, particolare perché coniuga le espressioni di due lingue nobili e antiche proprie della storia di questa terra, il friulano Tiere (=Terra) e il latino Motus (=Moto), racconta di come la prima sia significato di identità e di un alto senso di appartenenza alla terra e alla cultura friulane e di come la seconda, invece, richiami le origini e la forza di un popolo nel superare anche gli eventi naturali ostili.

Se oggi si può godere della bellezza del borgo fortificato di Venzone è merito di chi ha saputo far primeggiare la tenacia di ripartire sulla forza imprevedibile della natura: ricostruire Venzone è stato come ricomporre un grande puzzle, con una perizia tale da renderla famosa in tutto il mondo.

Fedrigo Giulia